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GamerGate è un hashtag creato nel 2014 caratterizzato da sessismo e che ha influenzato la cultura del gioco in particolare fino ad oggi.
Come è nato il GamerGate
L’hashtag è stato innescato dalle accuse rivolte alla persona non binaria Zoë Quinn dal suo ex fidanzato nel 2014.
- Il suddetto ex fidanzato, Eron Gjoni, sosteneva che Quinn avesse ricevuto da un giornalista una recensione positiva per il videogioco da lei sviluppato “Depression Quest” perché Quinn aveva avuto una relazione con lui.
- Sebbene le accuse si siano rivelate infondate, questo incidente ha scatenato un’ondata di molestie nei confronti di Quinn. Quinn ha ricevuto, tra l’altro, minacce di morte.
- Ma questa ondata si è estesa anche ad altre persone, in particolare alle donne che lavorano nell’industria dei media. Anche Anita Sarkeesian, che ha scritto un blog sugli stereotipi sessisti nei videogiochi, è stata colpita da minacce di morte.
- GamerGate sul sito “Breitbart”, considerato un sito populista di destra
- Le discussioni misogine su Internet hanno avuto luogo su piattaforme come Twitter o Reddit.
Le conseguenze del GamerGate
Diversi anni dopo l’hashtag
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- L’industria dei videogiochi sta cercando di diventare più diversificata da allora.
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- Stillano ancora accuse come quelle di molestie sessuali in grandi studi di sviluppatori come Activision Blizzard.
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- Inoltre, ci sono ancora tempeste di indignazione all’interno della comunità dei videogiochi quando le donne sono protagoniste di titoli AAA come “The Last of Us 2”.