Test allergologico dal medico: le procedure del test in sintesi

by Corinna

Per scoprire se soffrite di un’allergia e, in caso affermativo, di quale tipo, il medico eseguirà con voi un test allergologico. A questo scopo vengono utilizzati diversi metodi. In questo articolo scoprirete i metodi di test più comuni.

Test di allergia: Possibili procedure di test

Prima di effettuare il test vero e proprio, in ogni studio medico è necessario compilare un questionario e sottoporsi a un consulto medico. L’anamnesi serve a individuare il metodo o la procedura di test da utilizzare.

  • I test più comunemente utilizzati sono il prick test, il patch test e il test di provocazione come possibili metodi per verificare le allergie.
  • Tutte e tre le procedure di test sono associate ad un dolore nullo o minimo per il paziente.
  • Durante i test possono verificarsi arrossamenti della pelle, gonfiore, prurito o difficoltà respiratorie.
  • Sono talvolta intenzionali, in modo da poter dire al medico se c’è un’allergia e quanto è grave.
  • Un esame del sangue completo fa parte di ogni test allergologico professionale. Alcuni allergeni possono essere individuati sulla base dell’emocromo.

1. prick test – il metodo più conosciuto

Il prick test è chiamato anche test intracutaneo o test di sfregamento o grattamento. Intracutaneo significa che qualcosa viene inserito nella pelle.

  • Il test viene solitamente eseguito sugli avambracci (da seduti) o sulla schiena (proni).
  • Il paziente riceve determinati allergeni sotto forma di gocce di liquido concentrato applicate sulla pelle. Di solito con una pipetta.
  • L’applicatore annota un codice accanto a ogni goccia, in modo da poter assegnare successivamente l’allergene.
  • Poi ogni goccia viene punta o grattata. È possibile anche lo sfregamento. Questo introduce l’allergene all’interno o sotto la pelle.
  • Il paziente deve ora rimanere seduto o sdraiato per 20-30 minuti fino a quando le reazioni non si sono verificate.
  • Le aree cutanee vengono quindi pulite e il risultato viene letto e annotato. Il medico valuta quindi il referto.
  • Quanto più l’area cutanea colpita e punta è arrossata e ha formato un siero, tanto più forte è la reazione allergica del paziente nei confronti del rispettivo allergene.
  • Un arrossamento o un siero si formano sempre. Questo è il punto di controllo per l’applicatore che il test allergologico sta funzionando.

2. patch test – test cutaneo

Il termine tecnico per questo test è test epicutaneo. Epicutaneo significa “sulla pelle”. Viene utilizzato per i pazienti allergici al sapone, ai gioielli o a qualsiasi cosmetico.

  • Questo test si svolge sulla superficie della pelle del paziente.
  • La sostanza da testare viene applicata su un’area della pelle (di solito il braccio) utilizzando un cerotto.
  • Poiché il cerotto rimane solitamente sulla pelle per molto tempo, non è consentito fare la doccia o il bagno durante la procedura di test.
  • Due o tre giorni dopo, il medico rimuove il cerotto e valuta il risultato.
  • Una reazione allergica alla sostanza contenuta nel cerotto e quindi testata è presente se si è verificato prurito, il sito cutaneo presenta arrossamento o gonfiore.
  • Una reazione allergica molto forte può essere riconosciuta se si sono formate anche delle vesciche.

3. test di provocazione – solo sotto controllo medico

  • Febbre da fieno: in questo caso si somministrano gocce oculari o nasali con l’allergene contenuto.
  • Asma: l’asmatico siede in una cabina per un test di funzionalità polmonare. Di tanto in tanto gli vengono insufflate nella bocca, tramite un tubo, delle sostanze di prova che devono essere inalate.
  • Cibo e farmaci: il paziente assume la sostanza da testare (cibo o farmaco) al mattino a stomaco vuoto.
  • Le procedure del test di provocazione non sono piacevoli per il paziente. Poiché si sa già cosa sta per accadere, la psiche spesso gioca brutti scherzi e si reagisce in modo eccessivo. Il controllo medico è obbligatorio per il test.

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